Una sentenza della Suprema Corte crea un’importante precedente per quanto riguarda la sicurezza dei guard rail. Le cosiddette “ghigliottine”, da sempre ritenute un dispositivo di sicurezza passiva che evita alle auto di uscire dalla sede stradale, possono causare gravi infortuni e addirittura la morte. In questo caso l’Anas è responsabile dell’accaduto e quindi tenuto a risarcire la vittima o la famiglia della stessa.
Nel caso analizzato - preso in esame da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” - il giudice di legittimità ha accolto il ricorso della moglie e del figlio di un uomo che percorreva una strada provinciale, sotto la tutela dell’Anas, che era rimasto ucciso in un incidente stradale dopo essere finito contro il guard rail che, come una lama, ne aveva provocato la morte.
Dopo due tentativi di risarcimento respinti, la Cassazione ha accolto il ricorso. I giudici hanno dichiarato che “Per un’anomalia relativa agli strumenti di protezione istallati, è comunque configurabile la responsabilità dell’ente pubblico custode, salvo che quest’ultimo non dimostri di non avere potuto far nulla per evitare il danno. La funzione del guard rail è ontologicamente quella di evitare che qualsiasi condotta di guida non regolare possa portare l’autovettura a pericolose uscite fuori dalla sede stradale”.
Da Motoblog.it
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